INQUINAMENTO LUMINOSO

Il numero di pagine pubblicate su Internet (solo in italiano) che hanno per oggetto l'inquinamento luminoso si aggira su circa 150.000, come si  può verificare utilizzando un motore di ricerca come Google. La nostra intenzione non è quindi di indicare soluzioni e suggerimenti tecnici, in quanto già ampiamente ed efficacemente documentati altrove. Lo scopo che ci prefiggiamo è di fornire una breve introduzione al problema, illustrare la situazione della nostra Regione ed indicare alcuni riferimenti, che almeno a nostro avviso, trattano interessanti aspetti dell'argomento.

Per inquinamento luminoso si intende una alterazione della quantità naturale di luce presente nell'ambiente notturno e causata dall'introduzione di luce artificiale. La luce artificiale prodotta di notte dagli impianti di illuminazione esterna viene dispersa in cielo, determinando l'alterazione delle condizioni naturali, attraverso tre meccanismi: 1) per illuminazione diretta da parte delle lampade, 2) per diffusione della luce nel percorso tra la lampada e la zona da illuminare, 3) per riflessione in cielo dalle aree illuminate. Un valore usuale per la riflessione in cielo da parte, ad esempio, della pavimentazione stradale ammonta a circa il 15% del flusso emesso dalla lampada. Il meccanismo 2) è fortemente dipendente dalla distanza fra la lampada e la superficie da illuminare (per limitarne l'effetto occorre installare gli impianti quanto più possibile vicino alle superfici da illuminare) e  dalle condizioni ambientali (umidità dell'aria, presenza di inquinanti atmosferici, ecc). In molti casi l'inquinamento luminoso può essere notevolmente abbattuto limitando il meccanismo 1): è assolutamente necessario  adoperare impianti di illuminazione che, una volta installati, non emettano luce sopra il piano orizzontale. Apparati inquinanti come lanterne non schermate e globi non schermati  irraggiano direttamente in cielo percentuali di energia luminosa anche superiore al 50% di quella prodotta dalla lampada, comportando il corrispondente spreco di denaro!! Si stima che almeno il 15% del flusso totale emesso dagli impianti pubblici e privati di una città o di un territorio, nel quale non siano in atto norme che limitano l'inquinamento luminoso, finisca direttamente in cielo! Una lista di apparati  attentamente valutati dal punto di vista della corretta diffusione della luce è consultabile all'indirizzo di Cielobuio http://cielobuio.org/cielobuio/prodotti.htm.  Un oculato e sapiente impiego dei corretti impianti di illuminazione permetterebbe di abbattere considerevolmente l'inquinamento luminoso e, cosa non indifferente, di risparmiare almeno un miliardo di KWh ogni anno (a livello nazionale), dal momento che la luce che viene dispersa direttamente in cielo certamente non illumina strade, pareti, insegne ecc.!!

Se l'aspetto legato al risparmio economico è significativo, visto che l'illuminazione pubblica è un servizio che grava non poco sui bilanci comunali, vi sono altri importanti motivi che inducono ad una netta  presa di posizione nei confronti di questa problematica: l'effetto più evidente dell'inquinamento luminoso è legato alla incapacità di osservare gli oggetti celesti più affascinanti ed interessanti. L'osservazione degli astri e del cielo stellato ha da sempre stimolato lo sviluppo della cultura umanistica e scientifica; l'incapacità di osservare il cielo notturno come in passato determinerà  la perdita di un significativo canale di avviamento delle nuove generazioni di giovani ad una forma di ricerca scientifica o impedirà loro di coltivare un interessante ed appagante hobby. Il degrado del cielo notturno rappresenta anche un danno della componente paesaggistica del nostro territorio, che proprio per ragioni ambientali e turistiche ha bisogno di essere assolutamente tutelato. Ingenti sono anche gli effetti negativi sulle attività di divulgazione afferenti al settore dell'astronomia svolte da insegnanti, astrofili, osservatori  pubblici e dai planetari. Effetti deleteri si hanno nel campo della ricerca scientifica professionale, eseguibile con i telescopi installati in Italia. Non meno importante è infine il danno biologico arrecato all'ecosistema: studi scientifici documentano gli effetti della luce artificiale notturna sulle abitudini di vita e di caccia degli animali, sui processi fotosintetici delle piante, ecc. Si è già discusso del risparmio energetico derivante da un'attenta analisi degli impianti di illuminazione utilizzabili; una positiva conseguenza sarebbe rappresentata dall'abbattimento delle  immissioni di CO2 in atmosfera, dovute ai  processi di produzione dell'energia elettrica.

La legge nº 37 del 21/03/2000 della regione Toscana prescrive misure per la prevenzione dell'inquinamento luminoso sul territorio regionale. Essa fornisce  linee  guida da seguire per quanto concerne la regolamentazione della progettazione e installazione degli impianti di illuminazione esterna, le misure da applicare in specifiche zone protette, ecc. Le località  sede di osservatori astronomici professionali e non professionali godono di una particolare forma di tutela, consistente in una più severa normativa relativa all'inquinamento luminoso, valida sia per gli enti pubblici sia per i privati. L’elenco degli osservatori astronomici non professionali e la perimetrazione delle corrispondenti zone di protezione intorno agli stessi è stato stilato dalla Giunta Regionale, su proposta del Coordinamento delle Associazioni Astrofile della Toscana (C.A.A.T.), con la deliberazione nº339 della Giunta Regionale del 02/04/2001.

Nel 2005 è stata varata la legge regionale nº 39, la legge quadro in materia di energia (http://www.astrocaat.it/IL/leggeLR39-2005.pdf). Essa ricalca la legge 37/2000, in materia di inquinamento luminoso (Capo VI - Disposizioni per la tutela dall'inquinamento luminoso). Le norme, oltre a  riprendere  quelle contenute nella legge 37/2000, prevedono il rispetto di più stringenti vincoli da parte di enti pubblici e privati (Art. 37): in particolare si chiede (allegato A - comma 6) il rispetto delle "Linee Guida per la progettazione, l'esecuzione e l'adeguamento degli impianti di illuminazione esterna", di cui alla deliberazione della Giunta Regionale del 27/09/2004, nº 962. Le "Linee guida" illustrano molto efficacemente  le norme sancite nelle leggi sopra descritte avvalendosi di esempi, immagini e schemi. Riportano la cartografia relativa alla perimetrazione  delle zone di particolare protezione intorno agli osservatori astronomici della Regione e descrivono i dati tecnici e le modalità di installazione dei nuovi impianti di illuminazione per esterni e le disposizioni generali per l'adeguamento dei vecchi sistemi di illuminazione esistenti sul territorio

Per descrivere i livelli di inquinamento luminoso della nostra Regione riportiamo una mappa di brillanza artificiale del cielo notturno, ripresa dal "Rapporto ISTIL 2001 - Stato del cielo notturno e inquinamento luminoso in Italia" (http://www.inquinamentoluminoso.it/istil/rapporti.html), per gentile concessione del Dott. P. Cinzano. La mappa è stata ricavata con sofisticate elaborazioni dei dati satellitari del  Defence Meteorological Satellite Program (DMPS - USA), che dal 1996 raccoglie misure delle  emissioni luminose prodotte da sorgenti della superficie terrestre. La mappa mostra la brillanza artificiale del cielo notturno allo zenit (al livello del mare); è finalizzata ad evidenziare e confrontare i livelli di inquinamento luminoso prodotti dalle varie sorgenti nelle diverse zone del territorio. Si identificano immediatamente le zone più o meno inquinate e le sorgenti di inquinamento luminoso. I livelli di brillanza artificiale sono misurati in funzione della brillanza naturale notturna di riferimento, pari a 252 µcd/m2. Ad esempio, un valore pari al 100% indica una brillanza artificiale (che quindi si somma a quella naturale) pari a quella naturale.

      

Figura 1: mappa di brillanza artificiale del cielo notturno (tratta da "Report ISTIL 2001",  per gentile concessione del Dott. P. Cinzano)

 

Come è evidente i livelli di inquinamento luminoso di un'ampia zona della Toscana centrale (densamente popolata) sono a dir poco drammatici. Per avere una stima grossolana della visibilità delle stelle che ne deriva, si può dire che dalle regioni di colore arancio sia molto difficile che un osservatore medio, in notti limpide, riesca a scorgere la Via Lattea! Per moltissime persone questo spettacolo della Natura è diventato un ricordo del passato, mentre per le future generazioni di giovani diverrà quasi esclusivamente una curiosità da osservare nelle fotografie, effettuate da chi sa dove!

Se quella illustrata  corrisponde alla condizione attuale, le previsioni per il futuro sono molto  peggiori: in mancanza di adeguate norme contro l'inquinamento luminoso ed estrapolando un tasso di crescita dell'inquinamento luminoso pari a quello registrato dagli anni '70 si prevede una situazione come quella mostrata nelle mappe seguenti (vedi lo stesso rapporto "ISTIL 2001").

        

Figura 2: previsione di brillanza del cielo notturno (tratta da "Report ISTIL 2001",  per gentile concessione del Dott. P. Cinzano)

Emerge che nel 2025 la Via Lattea potrebbe diventare praticamente invisibile in Italia, nelle zone a livello del mare. Approssimativamente, dalle aree in rosso si potranno scorgere, dallo zenit fino a una trentina di gradi sopra l’orizzonte, soltanto poco più di un centinaio di stelle (ovviamente quelle più luminose)!


LINK

Un sito internet di riferimento per l'inquinamento luminoso in Italia è senza dubbio  http://www.inquinamentoluminoso.it. Fornisce ulteriori link alle associazioni ed enti di rilievo, permettendo di reperire materiale informativo e tecnico sull'argomento. Segnaliamo in particolare la pubblicazione "Inquinamento Luminoso e  Protezione del Cielo Notturno" del Dott. P. Cinzano pubblicato dall'Istituto di Scienze, Lettere ed Arti - Venezia,  reperibile all'indirizzo http://www.lightpollution.it/cinzano/libro/index.html. L'autore descrive  i numerosi aspetti dell'inquinamento luminoso, comprendendo una trattazione tecnica del fenomeno, l'analisi delle caratteristiche e modalità di impiego degli impianti non inquinanti, le procedure da adottare per la misura dell'inquinamento luminoso, la disamina degli interventi legislativi effettuati in Italia e all'estero. Un manuale utile a tutti coloro che si occupano di progettazione ed installazione degli impianti di illuminazione per esterni ma anche per chi si interessa di didattica e divulgazione dell'astronomia.

Per quanto concerne la condizione della nostra Regione, in materia di inquinamento luminoso,  si possono consultare le pagine del C.A.A.T. all'indirizzo http://www.astrocaat.it/IL/inq_luminoso.shtml.

Un sito dedicato alla discussione sull'inquinamento luminoso nel Lazio, che fornisce esempi di documentazione per esposti, denunce ecc. è http://orillazio.uai.it/.

Il sito dedicato all'inquinamento luminoso dell'Unione Astrofil Italiani è http://inquinamentoluminoso.uai.it/

 

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